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Squatters e rifugiati in Armenia

Squatters e rifugiati in Armenia

Mentre continua il blocco genocida dello Stato azero sull’Artsakh, i rifugiati provenienti dalla regione assediata hanno trovato poco aiuto04 da parte dello Stato armeno. Non riuscendo a trovare un posto dove ripararsi, molti di questi rifugiati hanno preso ad occupare abusivamente edifici abbandonati. Dal 2018, circa 120 famiglie di rifugiati hanno occupato abusivamente l’ex edificio del Ministero della Difesa, ristrutturandolo e trasformandolo in una casa, uno spazio per la comunità. Il mese scorso, però, il governo armeno ha sfrattato in modo atroce i rifugiati e la polizia ha rubato i loro beni. Nonostante gli attacchi, i rifugiati resistono, accampandosi fuori dall’edificio e organizzando manifestazioni per attirare l’attenzione sulla loro situazione.

Qui presentiamo un resoconto della lotta degli inquilini da parte dell’organizzazione anarchica armena Black Banner, che continua a sostenere la loro lotta per la casa.30

Dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, più di 100.000 russi (tra cui molti anarchici) sono emigrati in Armenia. Ma si dà il caso che anche in Armenia sia in corso una guerra. Mentre Putin è ufficialmente riconosciuto come criminale di guerra all’Aia, Aliyev (presidente dell’Azerbagian – ndt) ed Erdogan uccidono e bombardano gli armeni, distruggono i monumenti culturali armeni e, infine, bloccano l’Artsakh, privando i suoi 120.000 abitanti di cibo e medicine. Inoltre, l’Armenia è stata sommersa da un’enorme massa di rifugiati che non hanno ricevuto un’adeguata assistenza da parte dello Stato.

Nel 2018, alcune persone si sono trasferite nell’ex Ministero della Difesa, che era rimasto vuoto e abbandonato dal 2008. Tutto, dal legno ai cavi, era già stato portato via e l’area circostante si era trasformata in una discarica. I nuovi abitanti dell’edificio hanno effettuato riparazioni, piantato alberi, gestito una fattoria. Si trattava di uno squat piuttosto insolito, soprattutto perché, a differenza dei tipici squat hipster in Russia, Europa o America, alcuni dei residenti erano veterani di tre o quattro guerre.

Ma alla fine l’edificio ha “trovato” un proprietario e, in base a una decisione del Comitato per le spese pubbliche della Repubblica d’Armenia, la polizia di Yerevan ha ricevuto l’ordine di sgomberare la casa abusiva, per farne un centro per attività economiche straniere. Il 16 febbraio 2023, 6.000 agenti di polizia sono entrati nell’edificio e hanno buttato in strada tutti gli inquilini. Durante lo sgombero, 130 nuove porte messe dai residenti sono state sfondate – i poliziotti non hanno nemmeno ritenuto necessario bussare.

In seguito, gli inquilini sono stati derubati di materiale da costruzione, sacchi a pelo, materassi, coperte, fino ai calzini dei bambini. Hanno persino sradicato e portato via gli alberi di Natale, che gli occupanti innaffiavano con secchi nel caldo di 40 gradi. I furti erano impossibili senza la connivenza della polizia – una volta sfrattati, gli abusivi potevano salire nell’edificio solo accompagnati da due agenti di polizia.

Delle 120 famiglie sgomberate dallo squat: 20 vivono in ostelli di fortuna le cui chiavi vengono consegnate dalla polizia ma non dai servizi sociali; altre decine hanno dovuto cercare riparo presso parenti e conoscenti; mentre le restanti 25 hanno montato tende vicino alla ex casa e stanno cercando di riconquistare lo squat.

Gli inquilini sfrattati organizzano periodicamente manifestazioni. Il Black Banner ha partecipato a una di esse. Era il 23 marzo 2023, davanti al palazzo del governo. Ancora prima dell’inizio della manifestazione, gli agenti della “valorosa” polizia di Yerevan ci hanno detto: “Come ci dicono le fonti, oggi non verranno da noi”. Questa si è rivelata una palese bugia. Chi è al potere semplicemente non vuole che la gente sappia degli abusivi veterani e non vuole che i media internazionali pubblichino materiale su di loro.

Come hanno detto gli occupanti abusivi durante l’evento: “Abbiamo partecipato alla rivoluzione del 2018. E cosa ci ha dato questa rivoluzione? Siamo costretti a rintanarci per strada. Siamo stati cacciati dal Comitato per la spesa pubblica, il Ministero della Difesa ha ignorato le nostre richieste. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, è diventata dura anche per molti cittadini comuni, perché il flusso di migranti ha fatto aumentare i prezzi degli appartamenti di 200-300.000 dram – il salario medio del Paese!”.

Il problema è grave anche per i rimpatriati. Alcuni di loro hanno dovuto dormire per strada. Se non sei un informatico e non sei di classe medio-alta, non puoi affittare un appartamento. I padroni di casa, senza fare nulla di utile per la comunità, guadagnano sulle persone in difficoltà.

Ma gli abusivi restano risoluti. In un’intervista, uno di loro ha dichiarato: “Resisteremo fino all’ultimo, e la nostra questione sarà risolta come segue: l’edificio riceverà lo status di residenza, ci saranno un asilo e una scuola, e se lo Stato non può aiutarci, almeno che non interferisca, non saccheggi e non rovini ciò che abbiamo migliorato. Troveremo i soldi e costruiremo case per le persone che hanno problemi. Anche se rimane proprietà dello Stato, la gente dovrebbe avere il diritto di vivere qui”.

Gli anarchici del Black Banner sostengono la resistenza della gente come possono. Forniscono legna da ardere per riscaldare le tende, forniscono supporto informativo nei media. Black Banner intende continuare a sostenere gli occupanti abusivi, con i quali ha già instaurato rapporti di fiducia e solidarietà.

Tratto da Organise! Periodico dell’Anarchist Federation

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